Grande a malapena per contenere il nostro sguardo, eppure condensatore di alcuni dei temi fondamentali del pensiero dei suoi ideatori, quali misura e riflesso. Lo specchio misuratore si inserisce all’interno della ricerca sull’immagine riflessa che accompagna Superstudio per tutto il corso della sua esistenza, fin dal progetto per le cascate del Niagara del 1970 o dalla copertina di Casabella del 1972, di chiara ispirazione magrittiana. Sin dagli esordi gli specchi acquistano infatti un significato fondamentale per l’avanguardia fiorentina, innalzandosi alla scala del paesaggio con forme pure e prive di funzioni pratiche, sulla scia delle grandi opere della Land Art alla quale si ispirano. Tra le altre, sono le ricerche di Robert Smitshon a essere un punto di riferimento, soprattutto nell’uso degli specchi come dispositivo di indagine sul mondo, capaci di raddoppiarlo ma anche di evidenziarne le sue contraddizioni. Lo specchio misuratore è poi avvolto nel caratteristico laminato quadrettato, ultimo stadio del decoro ed erede della griglia cartesiana che da Mercatore in poi diviene l’unico strumento di misura del mondo. Come tutti gli oggetti di Superstudio è totalmente auto-rappresentativo, non nasce per soddisfare necessità primarie, per cui esistono gli utensili, ma è un manufatto industriale carico di valori sacri e mitici; nel nuovo paesaggio domestico la tecnica infatti soddisfa ogni bisogno elementare, non c’è più occasione di consumo e l’uomo si circonda solo di utensili e oggetti simbolici. L’architetto non ha più occasioni di progetto, perché l’unico progetto “è il progetto della nostra vita e delle nostre relazioni con gli altri”. In fondo a questo piccolo specchio non riemerge però che il nostro sguardo; il mondo e le sue contraddizioni sono contenute nei nostri occhi: Superstudio interroga noi stessi, le nostre paure e mostruosità. “Preferiamo invece essere pastori di mostri; evocandoli da dentro il nostro magico cerchio, li accudiamo e li nutriamo affinché divengano grandi e si scatenino intorno”. La Gorgone degli Uffizi è più viva che mai.